Il sardo appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea. Di questa importante famiglia fanno parte, oltre ad alcune lingue antiche e moderne dell’Asia, la maggior parte delle lingue europee, tra cui il latino e le lingue romanze.
Dire che il sardo discende dal latino (meglio: dal latino volgare, o latino parlato) significa individuare una data e un episodio centrali nel lungo processo di formazione di questa lingua:
il 238 a.C., con la conquista romana e la conseguente massiccia diffusione del latino (si parla di romanizzazione linguistica o latinizzazione della Sardegna).
L’impronta fondamentale della lingua sarda – che dopo un percorso carsico si manifesterà attraverso documenti solo dopo il 1000 d.C. – è data dunque dalla sua matrice latina.
Dopo la conquista romana non si sono verificati in Sardegna altri episodi di sostituzione linguistica:
ciò vuol dire che, mentre il latino ha gradualmente soppiantato le parlate utilizzate in precedenza nell’isola, la lingua che è nata dal latino permane tuttora.
Le lingue dei vari dominatori che sono sbarcati in Sardegna si sono affiancate al sardo e ne hanno modificato la fisionomia, in modo più o meno profondo, ma non lo hanno sostituito: ciò vale anche per un concorrente sempre più temibile quale è l’italiano.
Dire che il sardo discende dal latino (meglio: dal latino volgare, o latino parlato) significa individuare una data e un episodio centrali nel lungo processo di formazione di questa lingua:
il 238 a.C., con la conquista romana e la conseguente massiccia diffusione del latino (si parla di romanizzazione linguistica o latinizzazione della Sardegna).
L’impronta fondamentale della lingua sarda – che dopo un percorso carsico si manifesterà attraverso documenti solo dopo il 1000 d.C. – è data dunque dalla sua matrice latina.
Dopo la conquista romana non si sono verificati in Sardegna altri episodi di sostituzione linguistica:
ciò vuol dire che, mentre il latino ha gradualmente soppiantato le parlate utilizzate in precedenza nell’isola, la lingua che è nata dal latino permane tuttora.
Le lingue dei vari dominatori che sono sbarcati in Sardegna si sono affiancate al sardo e ne hanno modificato la fisionomia, in modo più o meno profondo, ma non lo hanno sostituito: ciò vale anche per un concorrente sempre più temibile quale è l’italiano.
Un testo di grande interesse, proveniente dal meridione dell’isola, è la carta cagliaritana in caratteri greci, conservata a Marsiglia e databile forse al 1089, comunque non oltre il 1103. Si tratta di una donazione del giudice Costantino Salusio a favore del monastero di San Saturno. In essa l’uso dell’alfabeto greco per trascrivere il sardo può essere interpretato nel senso di un richiamo alla gloriosa memoria bizantina, una ricerca di distinzione da parte dell’emittente, insomma. Sempre a Marsiglia è conservata un’altra carta (la seconda carta sarda di Marsiglia), questa volta in caratteri latini, anteriore al 1206: in essa il priore di San Saturno Raimondo, col permesso del giudice Salusio di Lacon, pubblica un compromesso concluso con la gente di Maracalagonis. Si possono quindi ricordare altri due testi che si datano, rispettivamente, al 1206 e al 1212: nel primo (giuntoci in una copia cinquecentesca), sono fissati, al termine d’un conflitto fra Guglielmo, giudice di Cagliari, e Ugo di Basso, giudice d’Arborea, i confini fra i due regni; nel secondo è contenuta un’esenzione fiscale completa concessa dal giudice Salusio di Lacon e dalla figlia Benedetta alla chiesa di San Giorgio di Sebollu, dipendente dal monastero pisano della Gorgona.
1. M. Pittau, Grammatica del sardo nuorese. Il più conservativo dei parlati neolatini, Bologna (Patron) 1972;
2. M. Puddu, Ditzionariu de sa limba e de sa cultura sarda, Cagliari (Condaghes) 2000, anche attraverso il sito www.ditzionariu.org;
3. L. Farina, Bocabolariu sardu nugoresu-italianu, italiano- sardo nuorese, Nuoro (Il Maestrale) 2002;
4. G. Bottiglioni, Leggende e tradizioni di Sardegna. Testi dialettali in grafia fonetica, Nuoro (Ilisso) 2003;
5. Limba sarda comuna. Norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta dell?amministrazione regionale (http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_25_20060427093224.pdf).
Uso veicolare della lingua sarda durante le lezioni.
In base ai dettami del metodo glottodidattico che va sotto il nome di Total Physical Response Method, ogni lezione ha previsto dai 20 ai 30 minuti di uso veicolare del sardo, nella varietà nuorese, in situazioni di interazione linguistica controllate e facilmente riproducibili, nelle quali ai discenti sono state soprattutto impartite istruzioni alle quali rispondere attraverso l'esecuzione materiale. Agli apprendenti è stato permesso, per garantire la "naturalezza" dell'approccio, di interagire usando sia la lingua materna, sia la lingua target: in sostanza, sono stati rispettati i loro tempi di produzione verbale nella L2 (alcuni, in concreto, al termine delle lezioni hanno prodotto frasi brevi di 3 o 4 elementi lessicali). Per agevolare questo percorso, in particolare l'ascolto e l'estrapolazione di una grammatica interiore (dunque non esplicitamente formulata, ma inferita dai dati linguistici concreti), in momenti diversi delle lezioni sono stati proposti testi semplici in nuorese, anche in grafia fonetica (stimolando un livello più avanzato di riflessione, peraltro esigibile da studenti a questo livello di conoscenze).
Forma scritta del sardo quale attualmente si sta definendo.
Come si accennava presentando il materiale bibliografico, si è spiegato cosa concretamente sia la Limba sarda comuna: come nasce, quali siano le sue finalità, quali siano le sue caratteristiche interne di codice linguistico eminentemente scritto. Oltre alla presentazione e al commento di testi in LSC e all?indicazione di siti internet in cui è possibile reperirne a
piacere, sono state presentate le norme che regolano lo statuto di questo codice.
2. M. Puddu, Ditzionariu de sa limba e de sa cultura sarda, Cagliari (Condaghes) 2000, anche attraverso il sito www.ditzionariu.org;
3. L. Farina, Bocabolariu sardu nugoresu-italianu, italiano- sardo nuorese, Nuoro (Il Maestrale) 2002;
4. G. Bottiglioni, Leggende e tradizioni di Sardegna. Testi dialettali in grafia fonetica, Nuoro (Ilisso) 2003;
5. Limba sarda comuna. Norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta dell?amministrazione regionale (http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_25_20060427093224.pdf).
Uso veicolare della lingua sarda durante le lezioni.
In base ai dettami del metodo glottodidattico che va sotto il nome di Total Physical Response Method, ogni lezione ha previsto dai 20 ai 30 minuti di uso veicolare del sardo, nella varietà nuorese, in situazioni di interazione linguistica controllate e facilmente riproducibili, nelle quali ai discenti sono state soprattutto impartite istruzioni alle quali rispondere attraverso l'esecuzione materiale. Agli apprendenti è stato permesso, per garantire la "naturalezza" dell'approccio, di interagire usando sia la lingua materna, sia la lingua target: in sostanza, sono stati rispettati i loro tempi di produzione verbale nella L2 (alcuni, in concreto, al termine delle lezioni hanno prodotto frasi brevi di 3 o 4 elementi lessicali). Per agevolare questo percorso, in particolare l'ascolto e l'estrapolazione di una grammatica interiore (dunque non esplicitamente formulata, ma inferita dai dati linguistici concreti), in momenti diversi delle lezioni sono stati proposti testi semplici in nuorese, anche in grafia fonetica (stimolando un livello più avanzato di riflessione, peraltro esigibile da studenti a questo livello di conoscenze).
Forma scritta del sardo quale attualmente si sta definendo.
Come si accennava presentando il materiale bibliografico, si è spiegato cosa concretamente sia la Limba sarda comuna: come nasce, quali siano le sue finalità, quali siano le sue caratteristiche interne di codice linguistico eminentemente scritto. Oltre alla presentazione e al commento di testi in LSC e all?indicazione di siti internet in cui è possibile reperirne a
piacere, sono state presentate le norme che regolano lo statuto di questo codice.